di Massimo Palumbo
pp. 48, f.to 12×16,5, 2008
ISBN 978-88-7246-744-2
€ 4,00
A differenza del tonno o di altre qualità di pesce azzurro, il pesce spada non si presta ad essere conservato sott’olio. Anche in passato, la caccia al pesce spada nello Stretto di Messina forniva quantità di pescato non ingenti e, sebbene la salatura sia stata usata nel tempo come metodo di conservazione, il prodotto della pesca era consumato in loco e fresco.
Ancora oggi, la gente che vive sulle sponde messinese e calabrese fa dello “spada” un punto centrale della propria ricca cucina a base di pesce, ma il pesce spada è molto apprezzato anche al di fuori dello Stretto: secondo le statistiche, esso è tra le prime dieci specie di pesce fresco consumate in Italia e figura spesso anche nei menu dei ristoranti più rinomati, dove si è anche imposta sempre più la versione affumicata, per lo più servita come antipasto. Purtroppo, anche per il pesce spada, soprattutto quando è affumicato, sono stati riscontrati casi di frodi alimentare, mediante, ad esempio, la sostituzione dello spada con altre specie meno pregiate, come il marlin. Il consumo del prodotto fresco risulta in genere meno rischioso sotto questo profilo, soprattutto quando è possibile verificare la zona di pesca o, meglio ancora, quando il pesce è acquistato a trance, direttamente dall’esemplare esposto in vendita. Nel ricettario si riportano le ricette messinesi tradizionali, quelle di altre zone della Sicilia, nonché alcune ricette inventate a partire dalla cucina regionale.
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