Circolo Culturale Garfagnana
pp. 64, f.to 17×24, 1992
ISBN 978-88-7246-073-7
€ 5,16
Il territorio del comune di Pieve Fosciana è stato uno dei primi della nostra regione ad aver restituito reperti archeologici di alta antichità; ciò è dovuto all’opera pionieristica di Carlo De Stefani, che nelle sue svariate attività riserbò un posto anche alle indagini sulla più antica storia umana.
Successivamente, soprattutto in anni recenti, si sono aggiunti altri rinvenimenti. Tuttavia i dati non sono così abbondanti come in altri comuni della zona, e, salvo in un caso, non si hanno contesti sufficientemente strutturati; ciò è dovuto al fatto che si tratta esclusivamente di ritrovamenti di superficie, ed anche questi, spesso, di scarsa consistenza. Faccio notare in particolare la delusione derivata ai ricercatori di questi ultimi anni nell’esame dei terreni del «Piano della Pieve»: ci si attendevano qui risultati cospicui, del tipo di quelli ottenuti nel «Piano di Cerreto», nel «Piano di Villa», nell’adiacente «Solceta», terreni accomunati dalla genesi nelle vicende geologiche recenti (deposito lacustre e successiva incisione fluviale); invece le evidenze qui ottenute sono state molto scarse, il che peraltro può suggerire stimolanti considerazioni di ordine sia geologico che paletnologico. I reperti più antichi sembra vadano collocati nel Paleolitico superiore recente, ma si tratta di un’attribuzione alquanto incerta e sommaria. Infatti i luoghi ove sono stati raccolti i relativi manufatti di selce hanno fornito anche industrie chiaramente più recenti, e spesso risultano difficoltose le collocazioni cronologiche; le principali località di rinvenimento per questo periodo (ripeto, con non pochi dubbi) sono Colle Freddino (a monte di Pontecosi), l’Anguillina, i terrazzi fluviali posti tra Pontardeto e Pontecosi; si potrebbe aggiungere la località «Il Muraccio»…
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