a cura di Nicola Catelli e Giovanna Rizzarelli
pp. 148, f.to 17×24, 2015
ISBN 978-88-6550-435-2
€ 14,00 Disponibilein ebook su Torrossa
Sembrerà scelta eccentrica tornare a riflettere, in anni così inospitali, su un tema che a prima vista è più facile associare al mondo antico che al nostro presente; tuttavia, quanto più il terreno si fa inospitale, tanto più si ha sete di ospitalità. Quarto esito della serie di pubblicazioni che ha mosso i primi passi con L’elmo di Mambrino (2005) e che è proseguita con le miscellanee di critica tematica Per violate forme (2009) e Futuro italiano (2012), questo volume nasce pertanto dal desiderio di rinvenire le tracce del tema dell’ospitalità attraverso un percorso diacronicamente esteso e poliedrico, che coinvolge principalmente (ma non solo) la letteratura italiana e che congiunge fra loro, come parte di un’ideale costellazione ospitale, generi e autori che a prima vista potrebbero sembrare lontanissimi nello spazio e nel tempo. L’ospite del libro, nel libro, è dunque il concetto stesso di ospitalità nelle sue diverse manifestazioni. Muovendo dalla dialettica fra hostis e hospes e dalle dinamiche che da essa discendono nell’oscillazione fra accoglienza e sopraffazione, fra inclusione e scarto, fra partecipazione e sorveglianza, premeva anzitutto mettere in luce e analizzare i tópoi legati all’idea e all’immaginario dell’ospitalità: ad esempio le figure dell’ospite e dello straniero; le occasioni dell’ospitalità e i rituali che ne scandiscono lo svolgimento (dall’ingresso/introiezione fino al commiato/espulsione); i caratteri dei luoghi in cui i processi dell’ospitalità o del rifiuto prendono forma (dalla dimora privata alla città, dal corpo dell’individuo alla struttura del testo); i contrassegni che determinano lo status di ospite e le logiche spaziali ad esso associate; o ancora la funzione dell’ospitalità all’interno di una ritualità più estesa, di carattere politico, religioso, sociale o letterario.
L’attraversamento di letture così differenti di un medesimo concetto riconduce dunque ad un unico filo rosso tracciabile attraverso queste pagine: divenuto tema letterario, l’ospite e l’ospitalità mobilitano inevitabilmente, nella sua più ampia accezione e in tutte le sue potenzialità, la sfera del linguaggio. La parola che racconta e le parole scambiate tra ospite e ospitato innescano e attivano le dinamiche dell’accoglienza o del rifiuto e divengono lo spazio comune per l’incontro o per il respingimento. Lo spazio letterario si rivela pertanto il terreno ideale per interrogarsi sul senso dell’ospitalità; quasi in uno specchio metanarrativo, tale interrogativo ci invita a rivolgere al testo che leggiamo la domanda alla base di ogni relazione: “chi sei tu? E dunque, chi sono io?”.
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