di Nadia Verdile
pp. 96, f.to 12×16,5, 2017
ISBN 978-88-6550-557-1
€ 6,00
(Pistoia, 24 marzo 1896 – Roma, 31 agosto 1974)
Nellʼanno di Pistoia capitale italiana della Cultura, una nuova biografia di una Pistoiese illustre. Una Italiana, una scrittrice come poche altre. «Raccogliermi lʼanima e tenerla in fronte come la lampada dei minatori: nientʼaltro che una particolare attenzione, in virtù della quale le cose escono da unʼombra che le preserva, unʼombra fermentante, faticosa, bruta, lʼombra dellʼattimo che precede una nascita, per entrare in un cerchio di chiarità». Delle cose la scrittrice Manzini cattura unʼimmagine frantumata e distorta, bislacca quanto il riflesso dello specchio. Però, come lo specchio, alle cose aggiunge un luccichio sepolto, dietro lʼapparenza sorprende la realtà. La ricerca espressiva è ardimentosa. I libri procedono per approssimazioni, sospensioni e dilatazioni dellʼintreccio; sperimentano la costruzione del racconto secondo angolature e piani diversi, il continuo spostamento del fuoco narrativo. «Certamente la Manzini», ha scritto Giacomo Debenedetti, «è riuscita e riesce a pronunciare parole che, fino allʼattimo precedente, avevamo creduto impronunciabili. […] In tal modo […] ci può descrivere un visibile che anche noi dovremmo vedere, ma da soli non vedremmo mai».
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