di Gabriele Caproni
con prenessa di Vittorio Biondi
pp.132, f.to 23×21, ill. b/n 2020
ISBN 978-88-6550-785-8
€ 22,00
La Linea Gotica è la più famosa e sviluppata linea difensiva costruita dai Tedeschi in Italia a partire dall’ottobre 1943, non era ancora ultimata quando venne attaccata dagli Alleati nell’Agosto 1944.(…)Basata sul concetto militare di “difesa elastica”, la Linea Gotica era formata da una fascia lunga circa 320 chilometri che partiva dalla provincia di Massa Carrara, attraversava la Valle del Serchio, la parte montuosa delle provincie di Pistoia e Prato congiungendosi ai passi della Futa e del Giogo; da qui scendeva attraversando il Casentino e, correndo lungo il fiume Foglia, raggiungeva il mare a Pesaro. La sua profondità si estendeva nel territorio da 15 a 50 chilometri.I tedeschi ebbero tempo di fortificare in cemento solo le zone ritenute più delicate, mentre il resto della linea basava la sua forza sulla morfologia del territorio: trincee e rifugi scavati in terra o roccia, ricoperti di legno e pietra, postazioni di mitragliatrici posizionate in cima alle montagne o alle alture, campi minati, reticolati di filo spinato e fossati anticarro.(…)L’assalto alla Linea Gotica iniziò il 25 agosto 1944 sul fronte adriatico e dopo settimane di duri scontri, tra il 20 e 21 settembre, (…) L’ultima e decisiva offensiva sulla Linea Gotica fu avviata il 5 Aprile 1945 nel settore apuo-versiliese per proseguire il 9 Aprile nella Valle del Serchio e il 14 sull’Appennino emiliano. Dopo ben otto mesi la linea tedesca cedette e il 21 Aprile fu liberata Bologna.(…)Sul percorso della Linea Gotica si trovano quasi esclusivamente musei, cimiteri di guerra e cippi commemorativi che ricordano gli eventi bellici. Pochi invece i siti originali rimasti, alcuni dei quali valorizzati individualmente da associazioni locali.Con questa premessa è iniziata una ricerca “impossibile”: trovare e documentare iconograficamente e sistematicamente le residue tracce di quella che è stata l’ultima linea difensiva tedesca in Italia.Una scommessa proprio contro l’apparente assenza di reperti.(…) Partendo dalle poche informazioni scritte o da cartine, la ricerca è stata resa possibile dalle indicazioni fornite dalla testimonianza orale di persone che erano ragazzi ai tempi della guerra oppure da ricercatori e appassionati di storia, collegati ai musei della memoria esistenti lungo l’intera Linea Gotica, che si sono prodigati con generosità per la riuscita del progett; è stato necessario effettuare lunghi percorsi di avvicinamento in mezzo a boschi, su sentieri di montagna, inerpicarsi per grotti, avere la determinazione di infilarsi sotto terra o in grotta, ipotizzare situazioni seguendo fievoli tracce, per poi arrivare a identificare con soddisfazione i contorni di una fossa scavata nella terra…E quella fossa, che oggi è un semplice avvallamento del terreno, tanti anni fa è stato un rifugio o una trincea in cui è stata combattuta una guerra.Le immagini raccolte in questo libro rappresentano forse l’ultima testimonianza possibile di questi luoghi tristemente bagnati dal sangue. Molti rifugi, che solo i vecchi ricordano, oggi sono crollati o scomparsi e, tra non molto, il tempo finirà per cancellare tutto, lasciando solo la memoria scritta dei fatti che accaddero tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945.
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