a cura di Patrizia Giusti Maccari, Rosanna Morozzi, Claudio Casini 2 tomi indivisibili – I° tomo Raffaello Mansi. I Diari di Casa Mansi dal 1892 al 1947, pp. 176, f.to 17×22, ill. b/n – II° tomo Il ricettario di Casa Mansi, pp. 152, f.to 17×22, ill. b/n – 2019 ISBN 978-88-6550-670-7 € 35,00
Dal titolo dato dal marchese Raffaello Mansi ai due quadernetti relativi ai balli, ai ricevimenti e ai concerti tenuti a Palazzo Mansi tra il 1892 e il 1947, oggi gelosamente custoditi da Marcello Salom, discendente da parte di madre dei Mansi, risulta evidente come le intenzioni dalle quali era mosso il marchese nella loro redazione non fossero né storicistiche né autobiografiche. Il suo proposito era di mettere insieme una serie di regole e norme a cui attenersi per le serate di intrattenimento da organizzare nel palazzo «a San Pellegrino», riservandosi il duplice ruolo di regista invisibile e, più raramente, di padrone di casa, ruolo che svolgerà in maniera inappuntabile. Del resto, già molto prima della “Soirée” del 22 febbraio 1892, con la quale ufficialmente riaprirà il palazzo, Raffaello si era impegnato nel rimediare ai guasti subiti dall’edificio a causa della prolungata chiusura. a cura di Patrizia Giusti Maccari, Rosanna Morozzi – I Diari di Casa Mansi dal 1892 al 1947 – In Casa Mansi e, come è da credere nelle case degli Spada, Minutoli, Orsetti, Mazzarosa, è tutto un susseguirsi di brillanti ricevimenti, dove si affermano, in tempi rapidi e con grande successo, i balli moderni da eseguirsi in coppia, particolare certo non secondario, che decretano il tramonto di quelli antichi, invece figurati. Il Valtzer, o «waltzer», come allora si chiamava e il Boston, quest’ultimo nato nell’omonima città americana, vengono ballati con grande successo e abilità, favoriti dalla diffusione dei manuali da ballo e dalle lezioni tenute dai mastri di danza, impartite anche ai giovanissimi: «Luigi Mansi in età di 7 anni si distinse ottimo ballerino di Boston» annota Raffaello nel 1907, orgoglioso del maggiore dei suoi tre figli maschi.
A cura di Claudio Casini – Il ricettario di Casa Mansi – Alla fine del ’600 matura l’idea di creare un grande edificio di rappresentanza con arredi, suppellettili e decorazioni pittoriche per ospitare principi e re durante le loro visite ufficiali a Lucca, come il principe Guglielmo Filippo di Neuburg, figlio dell’Elettore Palatino (1690), Gian Gastone de’ Medici con Violante di Baviera (1691), Federico IV di Danimarca e Norvegia (1692 e 1706), il re Ferdinando I di Borbone con la consorte Maria Carolina e i granduchi di Toscana Pietro Leopoldo e Maria Luisa (1775). I banchetti avevano luogo nella Sala della musica, sotto gli sguardi degli dei che accolgono Ercole alla loro mensa olimpica, dipinti sul soffitto dal bolognese Giovan Gioseffo Dal Sole. Bacco, la divinità che celebra il piacere della vita, è raffigurato con un calice di vino in mano anche nella cosidetta Sala da pranzo.
Comments are closed.