di Laura Di Simo
pp. 80, f.to 12×16,5, 2009
ISBN 978-88-7246-947-7
€ 8,00
La passione del Pascoli per la buona cucina è stata argomento di discussione, da parte di molti studiosi e perciò unanimemente nota, ma, a ben guardare, la si può riconoscere anche nelle sue scelte di vita e nel contesto di tutta la produzione.
Letterato e poeta raffinatissimo, conservò il gusto per la campagna e per i suoi prodotti, quella natura genuina fatta di alimenti poveri, ma sani che gli ricordavano le sue origini. Infatti l’infanzia, pur travagliata dalla morte del padre e dal conseguente sfascio della famiglia, lasciò nell’uomo adulto sensibilità, affetti, istinti, in una parola quel fanciullino che tutti i critici ormai considerano il vero nocciolo della sua poetica. Ma, al tema del fanciullino si riconducono anche altri lati della sua personalità che esulano dalla attività letteraria, o quanto meno ne stanno ai margini: per esempio il gusto per i cibi semplici coltivati nell’orto e cotti al focolare domestico.
L’acquisto della casa di Castelvecchio di Barga che divenne la sua residenza fino alla morte, gli consentì di continuare a vivere, insieme alla sorella Maria, secondo i ritmi del mondo agricolo, che avevano scandito la sua giovinezza: lo testimoniano infinite volte le sue composizioni.
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