di Marina Polacco
pp. 204, f.to 15×21, 1999
ISBN 978-88-7246-341-3
€ 12,91
Nel predisporre la raccolta delle Novelle per un anno l’obiettivo di Pirandello è quello di uniformare quanto più possibile testi tra loro lontani e di cancellare ogni traccia del passato percorso redazionale delle singole novelle. Il risultato finale è una complessiva omologazione, un azzeramento della dimensione cronologica in favore di una facies apparentemente sincronica e uniforme. Ma le singole novelle hanno una loro storia e si inseriscono in momenti letterari differenti disponendosi lungo un amplissimo arco cronologico (la prima è del 1892, l’ultima del 1936). Questa storia dimenticata è da recuperare ripercorrendo le tappe di quel percorso volontariamente dissimulato da Pirandello: distinguere la produzione novellistica nel suo fieri dalla versione definitiva delle Novelle per un anno significa ricostruire la diacronia di un’opera troppo spesso assunta nella sua ingannevole sincronicità, di solito privata d’ogni riferimento effettivo. Solo in questa prospettiva è possibile riprendere alcuni problemi fondamentali: verificare testualmente le implicazioni della progressiva messa a punto della poetica umoristica; identificare le caratteristiche specifiche della scrittura novellistica pirandelliana, nelle sue costanti e nelle sue varianti; ridefinire la posizione storica dell’opera, in rapporto alla tradizione naturalistica e verista e al magistero verghiano, nonché al panorama contemporaneo.
Marina Polacco, nata a Catanzaro nel 1968, è stata allieva e perfezionanda della Scuola Normale Superiore di Pisa, presso la quale svolge attualmente la sua attività di borsista post- dottorale. Si è occupata precedentemente di letteratura moderna e contemporanea, sia italiana che straniera.
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