di Glauco Borella e Patrizia Giusti Maccari
pp. 290, f.to 21×29, 51 ill. col. e 209 ill. b/n, ril., 1993
ISBN 978-88-7246-118-1
€ 52,00
Verso la metà degli anni ’60, dopo una lunga trattativa, la Soprintendenza entrò in possesso della storica dimora cittadina della famiglia Mansi. Dopo decenni di lavori, iniziati nel 1961 poco dopo l’acquisto, il palazzo si è trasformato in istituzione museale aperta al pubblico, dove fastosamente decorato da affreschi, mobili, arazzi e paramenti di seta, vero museo nel museo, accoglie una completa e organica esposizione di ricche collezioni artistiche cittadine e un nucleo straordinario di dipinti che rispecchiano un’ampia gamma di scuole pittoriche. L’ambiente veneto è degnamente rappresentato da Tintoretto, Veronese e Tiziano; vengono poi le scuole meridionali e romane con grandi quadri da parata di Salvator Rosa, e Luca Giordano. Il gruppo più cospicuo è quello dei toscani rappresentato da Beccafumi, Pontormo, Bronzino, con la serie dei ritratti, e da Andrea Del Sarto. Questi sono i temi principali percorsi da questo volume.
INDICE: Un palazzo diventa museo; Il palazzo del Seicento: L’origine della famiglia Mansi, La fabbrica del palazzo (1687-1691), La decorazione a fresco, L’arredo e la quadreria del Seicento, I contemporanei lavori alla villa di Segromigno. Le trasformazioni del Settecento: Il palazzo nel Settecento, La galleria del Tofanelli, La quadreria Parensi, I contemporanei lavori alla villa, Il palazzo tra Ottocento e Novecento. Appendice documentaria: Alcuni dipinti menzionati negli inventari, Inventari. Guida agli appartamenti monumentali. Bibliografia.
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