di Alessandra Villa
pp. 304, f.to 17×24, ill. b/n., 2006
ISBN 978-88-7246-772-5
€ 20,00 Disponibile in ebook su Torrossa
Come conciliare le durevoli sfortune critiche del Libro de natura de amore, che già all’epoca della prima pubblicazione lasciò perplessi certi suoi lettori, con la brillante e colta, ma anche “viperina” Isabella d’Este a cui l’opera è dedicata? La rilettura dell’ampia enciclopedia d’amore scritta dall’Equicola nel 1525 è l’occasione per ritornare sui diversi miti, positivi e negativi, di cui la “prima donna del Rinascimento” è stata protagonista e per inserire l’opera nel contesto del mecenatismo artistico e letterario di Isabella. Per spiegare alcuni dei paradossi filologici e letterari che caratterizzano l’opera, le riflessioni sulla carriera dell’autore, sulla storia redazionale e sulla scelta del genere letterario e della lingua del Libro si intrecciano con l’evocazione delle ambizioni culturali della marchesa di Mantova e dell’intensa attività della sua corte. Emerge così la doppia funzione dell’opera dell’Equicola: dono offerto dal precettore alla propria allieva e signora ed elemento significativo della strategia di self-fashioning della dedicataria.
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