di Paolo Mencacci
pp. 264, f.to 17×24, 2012
ISBN 978-88-6550-122-1
€ 30,00
Da molto tempo gli studiosi avvertono l’esigenza di indagare più a fondo nelle istituzioni lucchesi dell’alto medioevo, sia ecclesiastiche che civili: questi due ordinamenti, fra i meno conosciuti della storia locale, nonostante le palesi differenze sociali, politiche e culturali hanno molti punti in comune.
Fin dall’inizio della ricerca ci siamo prefissi di essere scrupolosamente obicttivi, disancorandoci da vecchi preconcetti e da opere di molti autori del passato ed attenendoci soltanto alla documentazione archivistica e ai dati dell’archeologia. Abbiamo usato la letteratura agiografica, per la verità assai invadente, solo con finalità antropologiche ed esegetiche.
L’argomento nel suo complesso presenta difficoltà di non poco conto, a causa della mancanza di documenti coevi, particolarmente a proposito del VI e VII secolo: i primi atti notarili, infatti, appartengono solo alla fine del VII secolo. Essi risalgono al 685 e 686 e si riferiscono al Monastero annesso alla Chiesa di S. Vincenzo, fondata dal Vescovo Frediano.
Prima di queste due date la ricostruzione storica, sia pure sommaria, si affida ad alcuni Storici, quali Agathias, o ad ecclesistici del valore di Gregorio Magno: questi autori, però, parlano solo episodicamente di Lucca, inserendola in un contesto storico che in realtà interessa un territorio molto più vasto della diocesi lucchese.
Nella stesura del nostro testo abbiamo colto l’occasione per riproporre la figura di Frediano, un grande Vescovo irlandese vissuto all’inizio dell’alto medioevo, che resse la cattedra episcopale lucchese per ben 28 anni (presumibilmente dal 560 al 588). Ne abbiamo scritto in alcuni capitoli del volume e gli abbiamo inoltre dedicato una breve appendice biografica ricavata dai Passionari della Biblioteca Capitolare Feliniana, che fa parte dell’Archivio Arcivescovile Lucchese.
Comments are closed.