E’ abituato a sentirsi chiamare Azub, ma il suo vero nome è Azubnike, un nome che significa il supporto che dà la forza ed è il protagonista dell’ultimo romanzo di Domenico Manzione: un giovane IN FUGA, come il titolo del libro che il suo autore, Sottosegretario agli Interni del governo Renzi, ha scritto per raccontarne la storia. Azub ha sedici anni, è nato in un villaggio della Nigeria nord-occidentale, non lontano da Baqa e tutto il poco che aveva gli fu tolto “una bellissima sera di primavera, quando il tempo si fermò”. Azub “non avrebbe mai dimenticato, dentro l’angolo più profondo e nascosto del suo essere e delle sue viscere, quel rumore terrificante, sordo e scricchiolante al tempo stesso, della lama di acciaio che si abbatte sul dorso di un essere umano trinciando carni e ossa e aprendo squarci raccapriccianti su quel che rimaneva del corpo di quegli uomini e dell’umanità tutta.” E’ la tragedia della violenza che ha segnato il suo popolo e la sua vita costringendolo ad una fuga verso la salvezza. Una fuga che è emblema di tante fughe, insidiata da nuove violenze, da subdole e false proposte di riscatto, da troppi soprusi. Uno sguardo pietoso quello che Manzione rivolge ad Azub rendendo partecipe il lettore della sofferenza, della violenza subita che si nasconde dietro i volti dei tanti giovani che le nostre coste accolgono.
Il libro, edito da Pacini Fazzi, sarà in libreria venerdì 27 novembre verrà presentato a Lucca, alla presenza dell’autore da Mario Calabresi, direttore della Stampa di Torino nella Cappella Guinigi, nel complesso di San Francesco, lo stesso venerdì 27 alle ore 21,00. L’evento è organizzato in collaborazione con la Libreria Ubik.
Questo volume è il terzo di narrativa edito da Pacini Fazzi di Lucca, seguendo il giallo Lost Dog. Delitto con dubbio castigo e Il mio amico Chet. Una storia un po’ vera un po’ no del processo a Chet Baker da Domenico Manzione che ora affronta uno dei grandi temi della società contemporanea con un romanzo al confine tra la storia, l’attualità il cui segno distintivo è una richiesta di umanità verso la grande tragedia dell’immigrazione.
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