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“Meraviglioso artificio”. Tecniche narrative e rappresentative nell’ “Orlando Innamorato”

di Marco Praloran


pp. 152, f.to 15×21, 1990
Esaurito
    Disponibile in ebook su Torrossa

 

Questa ricerca nasce come secondo approccio al testo dell’Innamorato. Negli anni precedenti ho avuto la possibilità di studiare le strutture formali, dapprima l’endecasillabo e successivamente l’ottava. Man mano che dalle microstrutture si passava a quelle più grandi, l’implicazione con i meccanismi narrativi d’ottava e le formule retoriche di connessione tra le “stanze” apparivano legate in modo indissolubile ai valori narrativi. La combinazione e solidarietà tra strutture formali e strutture narrative (tra lexis mythos, per usare gli illuminanti termini aristotelici) affiorava sempre più come il centro nodale per lo studio e la comprensione dell’Innamorato. In questa ottica si è pensato allora di rovesciare la prospettiva e di indagare “dalla parte dell’intreccio”, del mythos dunque. Si è ammirato così il modo in cui l’articolazione narrativa dell’Innamorato “risponde” alla tipologia strofica in cui è inserita: ciò che diventa insomma costitutivo e discriminante di una narrazione in ottave nel Quattrocento.

 

Marco Praloran (Padova 1955) ha conseguito il dottorato di ricerca in Letteratura italiana presso l’Istituto di Filologia neolatina dell’Università di Padova. È  autore di uno studio sulla metrica dell’Orlando Innamorato (M. Praloran – M. Tizi, Narrare in ottave. Metrica e stile dell'”Innamorato”, Nistri-Lischi, Pisa 1988).

 

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