di Leo Codacci
pp. 64, f.to 12×16,5, 1996
ISBN 978-88-7246-212-6
€ 4,00
È bello appassionarsi alla ricerca dei costumi di vita, della storia, dei tanti modi di mangiare nelle antiche case contadine, nelle fattorie, nelle ville. Però i miei lettori non devono meravigliarsi se un “accanito” ricercatore delle ricette popolari si ferma una volta tanto con amore, a parlare e scrivere del “mangiare coi fiori”, fiori commestibili s’intende.
Forse passerò per romantico, ma se qualcuna delle mie lettrici (o lettori) vorrà seguirmi, si accorgerà della squisitezza delle omelette ai fiori di pesco, del dolce alle violette di Parma, del dolce col giaggiolo riscoperto tanti anni fa a San Polo nel Chianti, delle frittelle di “cascia” (acacia) che propongono gli abitanti della Sambuca in Val di Pesa nei pressi di quel gioiello che si chiama Badia di Passignano.
Se però qualcuno riterrà quel che scrivo troppo lontano dalle tradizioni contadine, tenga conto che, fra i fiori commestibili, ci sono anche il cavolfiore, anche il carciofo, i fiori di zucca, le cime fiorite di rapa sono fiori… e cosi tanti prodotti che qualcuno di noi coltiva con passione nell’orto-giardino “dietro casa”.
Ricordiamoci anche che se l’uso dei fiori in cucina può sembrare una raffinatezza moderna, pensiamo al miele, prezioso “prodotto” che noi rubiamo alle api e che loro (le api) producono prendendo il meglio del meglio dai fiori delle nostre campagne e dei nostri giardini. Quindi, vi prego, accostatevi con buona volontà al “mangiar coi fiori” e, vi assicuro, troverete grande soddisfazione a presentare una lista delle vivande simpaticamente preparata.
Tanti auguri di buon lavoro e vera riconoscenza per avermi dato ascolto.
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