A Palazzo Reale di Genova, una mostra a cura di Elisabetta Piccioni e Renata Frediani che, sull’esempio di musei internazionali che hanno dedicato alla Bambola importanti esposizioni – dalla storica Dolls Exhibition al Brooklyn Museum, New York, alla più recente Small Stories: at Home in a Dolls’House al Victoria & Albert Museum, Londra – nasce da un progetto d’ampio respiro e mira alla valorizzazione di beni culturali altrimenti poco noti, con una valenza di forte impatto emotivo, antropologico e sociologico. Allestita all’interno del Teatro del Falcone, negli spazi del primo piano, la mostra BAMBOLE sarà infatti fruibile al pubblico in contemporanea all’esposizione dedicata alle opere di Antonio G. Santagata, La memoria della guerra. Antonio G. Santagata e la pittura murale del Novecento, ospitata al piano terreno del Teatro.
È la prima volta che ai visitatori di Palazzo Reale, oltre all’esplorazione degli appartamenti storici del Museo, si offre la possibilità di approfittare di due proposte espositive complementari negli spazi del Teatro, al fine di attirare un pubblico trasversale con una gamma di proposte culturali ampia e articolata. In particolare, la mostra BAMBOLE intende rendere tangibile il valore artistico di questi beni culturali particolarissimi, ingiustamente relegati in modo esclusivo tra le manifestazioni ludiche dell’infanzia, ripercorrendone la storia, a partire dalle immagini mariane e dai manichini lignei della produzione presepiale ligure del XVIII secolo.
Modello del corpo umano, giocattolo, strumento di riti religiosi e magici, feticcio, manichino, simulacro, opera d’arte, oggetto da collezione, simbolo pop, il manufatto-bambola offre un’infinita varietà di letture, espressione mai banale della cultura moderna e contemporanea. La sua storia è anche legata agli artigiani e alle manifatture che lo hanno realizzato nel tempo, attraverso memorie sedimentate in disegni, fotografie, album, cataloghi, carte d’archivio, lettere e progetti, materiali e supporti che saranno presenti nel percorso espositivo. Fulcro della mostra è la collezione Frediani, straordinaria raccolta di rari esempi di bambole dal XVIII secolo a oggi, già esposta nel 2012 all’Archivio di Stato di Lucca, favorevolmente accolta in quell’occasione dalla critica e premiata da un notevole successo di pubblico. Caratterizzati da provenienze geografiche le più varie, differenti per tecniche costruttive e tipologie, gli oltre 200 esemplari esposti nel Teatro del Falcone afferiscono soprattutto al mondo femminile, alludendo a un destino collettivo in gran parte tracciato. Dalle bambole in bachelite a quelle in cartone pressato, da quelle in stoffa e in cartapesta ai raffinati modelli in bisquit di produzione francese, dagli esemplari della celeberrima produzione Lenci a quelli moderni in vinile e resina, emergerà l’alto livello esecutivo e artistico raggiunto da questa particolarissima tipologia di manufatto, sia nelle sue componenti plastiche sia in quelle tessili. La mostra, soprattutto, intende sottolineare come, nel corso del tempo e in modalità diverse, la bambola abbia avuto intensi rapporti con le arti decorative, il design e la moda oltre che, naturalmente, con la scultura. Così, le molteplici implicazioni del tema si connetteranno nel dispiegarsi del percorso cronologico della mostra in un intreccio complesso e affascinante. Dalle memorie scritte e orali dei manufatti stessi, all’universo femminile per i quali furono pensati, esplorando i ruoli sociali prestabiliti che rappresentavano. Ma anche i mondi fantastici cui aspiravano, insieme alle istanze di emancipazione e affermazione sociale che talvolta rivendicavano. Concluderanno il percorso le bambole della seconda metà del Novecento, testimoni e specchio di mondi contemporanei: dal cinema alla musica rock, dalla fotografia alla moda, con uno sguardo ai fenomeni di collezionismo che caratterizzano l’americana Barbie. Volendo sottolineare come l’aspetto e la valenza antropologica del manufatto-bambola, semplice gioco e oggetto di culto, si sia preservato senza soluzione di continuità dall’antichità fino ai nostri giorni. Un tema, dunque, dalle molteplici letture e affrontato da diverse prospettive, nei suoi risvolti culturali e sociologici, talvolta sorprendenti e inaspettati e che un articolato apparato didattico, grafico e fotografico, renderà manifesto al pubblico.
Durante il periodo di apertura della mostra, infine, una serie di conferenze affidate ad esperti, studiosi e giornalisti, esplorerà le numerose declinazioni del tema: dalla bambola nella letteratura e nel cinema horror, alle sue origini nell’arte dell’antico Egitto; dalle moderne bambole-surrogato nell’opera di grandi fotografi viventi, ai rapporti con l’arte contemporanea, nella rappresentazione iperrealistica del corpo umano, dalle cere anatomiche a Maurizio Cattelan.
Orari: martedì-domenica 14-19. Le mattine dei giorni feriali, su prenotazione, per scuole, gruppi e visite guidate.
Biglietti: 5€ biglietto mostre (compreso l’ingresso all’esposizione La memoria della guerra. Antonio G. Santagata e la pittura murale del Novecento); gratuito fino a 18 anni; 8€ intero (con ingresso al Museo di Palazzo Reale); 4€ ridotto (con ingresso al Museo di Palazzo Reale). I biglietti da 8€ e da 4€ danno accesso al Museo di Palazzo Reale nei seguenti giorni e orari: martedì e venerdì 9.00/14.00, mercoledì e giovedì 9.00/19.00, sabato, domenica e festivi 13.30/19.00
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