di Gabriella de Luca
pp. 200, f.to 16×24, ill. col., 2020
ISBN 978-88-6550-744-5
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Queste poesie sono al tempo stesso grido disperato sull’oggi, sono un appello a non farci scivolare addosso il dramma dei “meno fortunati”, in fuga da destini dai quali è difficile salvarsi, sono poesie scritte per scuotere il mondo dalla sua ignavia, dall’ordinarietà con cui tratta le notizie della cronaca, i racconti spesso troppo freddi di bambini violati e di bambini naufragati.
Gabriella De Luca ci porta per mano a guardare con i suoi occhi il mondo che ci circonda e il nostro sguardo diventa, così, quello di una figlia o di una nipote verso il mondo dei grandi, attenzione ai gesti, alle parole, anche a quelle non dette, attenzione concentrata sui loro affetti, le loro debolezze, le loro cattiverie. Ne scaturisce un dialogo a distanza che comprende, perdona, si prende cura di ricordi e gesti un tempo incomprensibili.
È uno sguardo che diventa dolore di madre, di nonna di fronte al dramma, al disagio dei bambini di oggi, alle vite perdute nel disperato tentativo di avere un futuro; definisce una sorellanza verso altre madri che hanno cercato la vita trovando la morte, e sancisce un patto, una promessa di non dimenticare.
Venti poesie, quindi, per celebrare un inno alla vita, da assaporare parola dopo parola sia quando le parole ci strappano un sorriso, sia quando sembrano afferrarci l’anima e chiederci di non passare oltre.
dall’introsuzione di Cecilia Carmassi
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